Dall’alto si vedono dei ciuffi sparuti, o meglio solo un po’ radi, di verde. Proviamo un avvicinamento. Siamo a un’altezza relativa, come da un drone, e di sotto si vede uno spazio di forma ovale e rossiccio. Con appunto delle macchie squadrate di colore, come dei banchi allineati davanti a una cattedra invisibile. E proprio nel mezzo si vede una folta chioma, come se qualcuno nell’aula avesse aperto per sbaglio un ombrello. Tutto il resto dello spazio è toccato da Sole. Che ha sbiadito anche le righe bianche tracciate per terra. Ma si legge ancora distintamente, sul margine alto di quella che appare una pista di atletica, la scritta a caratteri oblunghi: «In Green We Trust».
«In Green We Trust»
Ma dove siamo? Chi può dirlo. Dall’alto non si capisce bene. Ci vorrà ancora qualche giorno prima di scendere a vedere, il 15 giugno. Certo si stagliano già dei palazzi dintorno, perciò quello nella vecchia pista di atletica è una sorta di parco cittadino. Gli edifici non si sarebbero spinti a ridosso del verde, se ci fosse stato più spazio. Eppure sulle loro finestre si vede un riflesso. La cupola di Santa Maria del Fiore.
In centro a Firenze
Alla metà di questo mese, le borse de Il Bisonte saranno allestite en plein air. Anzi proprio dentro quelle macchie di verde che da terra si riveleranno delle aiuole. Quelle dell’unico orto urbano che al mondo si incontri in un sito Unesco. Quello di Firenze, naturalmente.