Al termine di un’estate in cui il rapporto dell’uomo con l’acqua, in tutto il mondo, si è mostrato nella sua gravità, Il Bisonte Journal dedica qualche post agli esempi positivi di tale rapporto. Dai fiumi italiani dessicati fino ai «nuovi» Orti Dipinti a Firenze. Passando per l’emergenza che il Pakistan vive in questi giorni.
Un «massacro climatico», l’ha chiamato l’alto segretario delle Nazioni Unite, António Guterres. Il Pakistan è allagato per un terzo del suo immenso territorio. Lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya e le piogge di un monsone eccezionale hanno versato sul Paese tanta acqua da sfollare milioni di persone, da togliere la vita a più di un migliaio. Punto.
Ora questo attacco giornalistico, poco più lungo di un tweet, basterebbe a suscitare compassione, a schierarci uniti in difesa dell’ambiente? Aggiungiamo per prova un’immagine.
Dal «massacro climatico» all’antichissima città.
Mohenjo Daro è un sito archeologico in Pakistan. Una città la cui origine risale fino alle regioni del fantastico, dove le date servono perlopiù a impressionare. Sulle rive dell’Indo, quest’anno è un secolo esatto, venne messa in luce una distesa di case e palazzi arroccati, piazze e… sistemi di drenaggio.
Sentiamo spesso parlare, anche durante le crisi umanitarie, di ritorno ai «metodi tradizionali». Per il Pakistan: delle abitazioni sospese su palafitte, che resistono alle inondazioni.
I metodi per vivere sulle rive dell’Indo.
Mohenjo Daro è stato allagato a propria volta, subendo gravi danni nell’anniversario della sua scoperta. Qui, tuttavia, il livello dell’acqua era notevolmente più basso che nella vicina città moderna di Larkana. Il sistema di drenaggio, pertanto, ha funzionato anche a migliaia di anni di distanza. Metodo tradizionale? Ancestrale?
Il Pakistan contribuisce solo per l’1% all’emissione di gas serra, ma è tra i 10 Paesi più a rischio di disastri climatici. L’acqua è fonte di vita, e rifugio dell’antichità, dal tempo di Mohenjo Daro. Non è difficile trovare il colpevole, dove l’acqua trascina con sé anche la memoria di quando l’uomo sapeva vivere sulle rive dell’Indo.