Photo by J. Clottes
Lascaux è stata scoperta da un cane-Robot. Chauvet ha visto nascere una stella del Cinema Preistorico. Le pitture rupestri in Francia mostrano più di quello che sembra. Senz’altro mostrano i primi bisonti. Gli animali: a cui dedichiamo una seconda puntata del Journal.
Un attimo! «Vi do la trama». Woody Allen è seduto negli uffici di un canale TV. «La trama è che il figlio è un tipo sensibile e vuole disegnare». Woody recita la parte di un mediocre pubblicitario. Sta presentando l’idea per una sitcom, centrata alla classica famiglia… di Neanderthal. «Il ragazzo disegna bisonti sui muri, e altre cose, sapete… ma essenzialmente bisonti».
No, l’incontro con i produttori non andrà a buon fine, concludendosi la storia tra mille grottesche nella terza puntata di Crisi in sei scene. Una serie, questa sì, prodotta di recente dal regista newyorkese.
«IL RAGAZZO DISEGNA BISONTI SUI MURI.»
Ma proviamo a rispondere alla sua domanda. Lo sappiamo, giusto, quello che disegnerebbe un uomo del Paleolitico? Woody gioca con le nostre immagini mentali. Quelle che si aggrappano a un ricordo, o sbocciano a partire da un sentore, facendo un ritratto interiore a una parola del mondo. «Trentamila anni fa». «Grotte dipinte». «Lascaux». Ne aggiungiamo una noi del Journal: Chauvet.
Le grotte dipinte più antiche, tra quelle a noi note finora, sono state scoperte in Ardèche, nel sud-est della Francia, da Jean-Marie Chauvet. Il quale ha avuto l’onore di legare il proprio nome a migliaia di straordinarie pitture rupestri. Ma questi fu uno dei pochi a vederle dal vero, nel 1994. Avvertiti del rischio di un disastro turistico come a Lascaux, la Grotta Chauvet è stata riservata agli studiosi, e aperta al pubblico soltanto in una riproduzione in scala.
Photo by C. Valette
WOODY ALLEN, WERNER HERZOG, E UNA STELLA IMPREVISTA.
Per nostra fortuna, il cinema è entrato in Ardèche. E non con Woody Allen. Ma con il regista di piccolo capolavoro, The Cave of Forgotten Dreams, ossia Werner Herzog. È tramite gli occhi di un singolo artista che noi non-archeologi, non-speleologi possiamo vedere le pitture di Chauvet.
Mandrie immense di bisonti sopra la tundra ghiacciata di decine di migliaia di anni fa. In effetti, è come se un corteo di animali fosse entrato nella roccia, e lì fosse rimasto in movimento tra i pigmenti di colore. Sembra proprio di essere al cinema!
Sempre per nostra fortuna, esistono seri studiosi che hanno già parlato di un Cinema Preistorico. Così, non rischiamo di sembrare suonati – come il protagonista del primo frame del nostro post – ad affermare fiduciosi che il Bisonte (l’animale), oltre al primo soggetto della pittura, è anche la prima stella del grande schermo.