Il Bisonte si è impegnato fin dal principio della sua storia in gesti di solidarietà sociale, volti anche a favorire l’inclusione delle realtà spinte ai margini della nostra attenzione, soprattutto in ambito locale. L’ultimo di questi gesti è il dono di duemila peluche – dei Bisontini, realizzati in collaborazione col noto marchio Trudi – al Dynamo Camp della Fondazione Dynamo. In questa puntata del Journal abbiamo fatto loro visita.
Contro lo sfondo dell’Appennino pistoiese inizia la breve intervista: chiediamo, per fare conoscenza: chi è Dynamo Camp e cosa fa? Quali sono le parole da evidenziare nella vostra presentazione?
Le parole sarebbe tante, e soprattutto dovremmo chiederle ai bambini, come abbiamo fatto nel nostro sito trascrivendo le loro impressioni naturali. Diciamo: la Cura, l’Ambiente e i Bambini. Il Dynamo Camp ha sede sulle montagne della provincia di Pistoia, un’oasi di 900 ettari affiliata al WWF. Qui offriamo gratuitamente terapie ricreative a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni affetti da patologie gravi o croniche, insieme alle loro famiglie. Nell’ultimo periodo abbiamo aperto il programma a minori e madri in condizioni di disagio sociale. Di tutti proviamo a sostenere il diritto alla felicità. In sostanza: giochiamo con uno scopo.
Dynamo Camp si lega nella rete globale di Serious Fun, ma è anzitutto un progetto della Fondazione Dynamo. Il modello è quello della Venture Philanthropy. Quali sono nella vostra realtà gli intrecci possibili tra il Profit e il Non-profit?
Serious Fun ha disseminato nel mondo tanti camp, di cui Dynamo ha raccolto le ambizioni ma anche i risultati. Uno studio dell’Università di Yale ha messo in percentuale gli effetti positivi sulla maturità e l’autostima dei nostri pazienti. Quanto ai motori di questa felicità, sono il volontariato e il finanziamento privato: non solo le donazioni mosse dalla fiducia nel nostro progetto, ma la stessa creatività negli investimenti e la stessa reattività al proprio contesto che caratterizza il mondo dell’impresa.
Lo scenario della conversazione, appunto, fa nascere un’ultima domanda importante: in che modo l’ambiente partecipa alle terapie che offrite?
Per dirla in breve, l’Appennino è una cura. La competenza dei nostri operatori può attivarsi in un luogo che diventa esso stesso un attore della terapia. In quelle con gli animali per esempio, nei percorsi di arrampicata o negli Orti Dynamo, i bambini sono accompagnati a un contatto con la natura che lascia loro scoprire e plasmare anche l’ambiente dentro di sé.