In questa puntata de Il Bisonte Journal, la seconda su Nemonte Nenquimo, raccontiamo i risultati della sua lotta per l’Amazzonia, insieme alle sue altre nazionalità.
A Nemonte Nenquimo è stato conferito il Green Nobel, cosiddetto. Se fosse il Nobel classico, per la Pace nel suo caso, sarebbe una discreta notizia che la premiata è donna, viste le statistiche, facilmente verificabili, leggendo «for his» o «for her» prima dei meriti nell’elenco storico delle motivazioni. Aggiungi che Nemonte è amerinda ed ecco lo scoop. Probabilmente, però, l’attivista Waorani non tiene più in conto le Accademie di Svezia e Norvegia delle altre fondazioni che dispensano questi riconoscimenti sostenibili. La triste realtà è che l’Occidente premia Nemonte per essere in lotta con l’Occidente.
L’Occidente premia Nemonte per essere in lotta con l’Occidente.
Le nazionalità Kofan, Siona, Secoya e Waorani dal profondo dell’Ecuador gridano: Non è in vendita la nostra foresta pluviale. Per armonizzare il loro grido, e agire come un corpo solo, si sono collegate in reti solidali. Ceibo Alliance, fondata da Nemonte nel 2015, è una di queste. Amazon Frontlines, le cui frontiere sono quelle erose dalla speculazione sull’Amazzonia, è un’altra. I loro risultati, verso quattro precisi obiettivi, sono già straordinari.
Il quarto obiettivo di Nemonte è condiviso col Journal.
Il primo, Costruire soluzioni: permettendo l’accesso ad acqua potabile ed energia elettrica solare alle comunità indigene nei territori inquinati. Il secondo, Restaurare la cultura: educando alle antiche cerimonie sciamaniche condotte con l’ayahuasca e alle cure con altre erbe tradizionali. Il terzo, Difendere il territorio: mappando le comunità amazzoniche con sistemi di democrazia digitale e impugnando gli strumenti legali per tutelarle. Il quarto obiettivo, che permette di affondare uno sguardo rispettoso nella terra di Nemonte, è infine un obiettivo condiviso col nostro Journal: Raccontare storie.