Solo un poeta può fermare il deserto, Yacouba Sawadogo ha fermato il Sahel. Solo l’intima comprensione del proprio paesaggio permette all’uomo di abitarlo secondo natura. Questa intuizione e questo rispetto sono dei poeti e degli agricoltori.
È per «l’uso innovativo della sapienza locale» che nel 2018 ha ricevuto il suo premio ‘alternativo’. Grazie all’antica tecnica agricola zaï, alla condivisione della sua esperienza nei grandi mercati, e al suo visionario archivio dei semi. Non per aver snaturato il deserto, dunque, ma per averne liberato il rigoglio in potenza.
L’architetto Norberg-Schultz, riflettendo sullo ‘Spirito del luogo’ nel suo celebre Genius loci, scriveva che a Khartoum, città figlia e preda del deserto sulle sponde del Nilo, «il fiume instilla una promessa, che all’apparire della vegetazione diventa una speranza concreta». Ma la promessa di Yacouba è per tutti i deserti.