Erba della Madonna, parte seconda. Come il dottor Balatri riscoprì a Firenze le facoltà medicali della pianta, e come Giacomo, negli Orti Dipinti, ha raccolto la sua eredità (e quella di un santo).
Sergio Balatri esercitava ancora la professione di medico quella sera dell’ottobre 1978 nell’Ospedale San Giovanni di Dio, a Firenze. Oggi, l’antico ospedale è ancora intarsiato di splendidi marmi. E il dottor Balatri porta ancora dei baffi arricciati.
Più o meno duemila anni prima, san Marco passeggiava per le strade di Alessandria d’Egitto, quando vide un calzolaio che si era ferito aggiustando una scarpa. Beh, lì per lì, il santo fece un unguento di terra e saliva, e curò la ferita. Un miracolo!
FIRENZE E L’EGITTO, E DUE CALZOLAI DISATTENTI
Quella sera del 1978, un altro calzolaio, di nome Antonio, si presentò all’ospedale. Si era ferito aggiustando una scarpa. I medici gli avevano prospettato il rischio di tagliare una falange. Un disastro! Beh, lì per lì, il dottor Balaltri ebbe un ricordo.
Si ricordò di un’erba, chiamata «della Madonna», con cui la sua mamma usava curare certe ferite alle dita. A parte la falange, Antonio non aveva nulla da perdere, così accettò la proposta del dottore e fece degli impacchi con l’erba dal nome così santo.
L’EREDITÀ DEL DOTTORE (E DI SAN MARCO)
Avete indovinato. Antonio guarì. Del tutto. Un miracolo? Niente affatto. Il dottor Balatri iniziò una ricerca, che dura ancora oggi, sulle facoltà medicali dell’erba della Madonna, attraverso i giardini di Firenze che la conservavano nei vasi e nel ricordo.
Avete indovinato anche quale giardino ha raccolto l’eredità del dottor Balatri, di san Marco e dei calzolai guariti ad Alessandria e Firenze. Sono gli Orti Dipinti. Curati da Giacomo. Con tanta ricerca. Ma pure con la voglia di raccontare storie affascinanti.