Foto di Bayes Ahmed
In questa puntata del Journal, a cavallo tra passato e futuro, raccontiamo di quando la natura dischiuse una meraviglia dell’arte rupestre. Inoltre, della responsabilità che l’uomo ha verso i doni che la natura gli ha fatto in ogni epoca.
Anno 1940, era l’8 settembre. Dordogna, villaggio di Montignac. La vendemmia doveva essere iniziata. Il rosso punteggiava i filari che si spingevano fino al colle del maniero. I girasoli spandevano ondate di giallo ancora nel pieno della fioritura. E le nere uniformi delle Allgemeine-SS — già posto il confine della Francia occupata a Bordeaux — non traversavano quelle campagne che erano state della famiglia Lascaux.
NEL 1940 IN DORDOGNA, VICINO A BORDEAUX.
Così faceva invece un ragazzo, a passeggio in vista del colle di Montignac, insieme al suo cane di nome Robot. Difficile dirne il motivo! Intendiamo, del nome del cane. Forse prima della guerra, in un cinema di provincia, davano ancora Metropolis, il capolavoro di fantascienza. Oppure con qualche romanzo tascabile era giunta l’eco della parola recentissima. Come che sia stato, Robot, incurante del suo nome venuto dal futuro, si infila a un certo punto in un buco del terreno. Aveva riscoperto un passato vecchio di ventimila anni.
LA SCOPERTA DEI COLORI DI LASCAUX.
Chi non conosce le grotte dipinte di Lascaux? Centinaia di pitture rupestri di animali. Immagini di bisonti larghe fino a cinque metri. La natura non ci volle nascondere oltre il 1940 questa meraviglia di forme e colori dal Paleolitico. Era forse destino che la riscoprisse un animale. Certo, le grotte non meritavano il destino che, in pochi decenni di turismo di massa, ha imposto loro l’uomo moderno.
IL TEMPIO DI PLASTICA DI LASCAUX IV.
Oggi esiste Lascaux IV. Una ricostruzione perfetta delle aule sotterranee dipinte, in cui a suo tempo si infilò Robot, e che oggi non possono più accogliere i visitatori. È anche troppo facile criticare una società che deve costruirsi dei templi di plastica perché non sa curare quelli che le ha dato la natura. Ciò che conta adesso è sfruttare la sapienza tecnologica per conservare questi doni. Difficile infatti che appaiano altre Lascaux. Ma noi confidiamo in altre passeggiate autunnali!