Con un affaccio sul bacino d’acqua (salata) più famoso del mondo – incastonato com’è tra Piazza San Marco, l’Isola di San Giorgio e Punta della Dogana – sorge il cosiddetto Palazzo delle Prigioni. Se nel 2017 aveste passeggiato sulla riva lì davanti, il vostro sguardo sarebbe caduto sulla grande scritta di plastica in facciata: Doing Time. Fare il tempo.
Tehching Hsieh, Fare il tempo.
Saliti allora i gradini dopo la soglia di pietra, entrando nel Padiglione di Taiwan alla 57a Biennale d’Arte di Venezia à à à Tehching Hsieh, Exposure, il filmato della performance, su uno schermo davanti a due piccoli sgabelli in penombra. L’artista di Taiwan che nei Settanta-Ottanta divenne celebre a New York per le sue performance lunghe un anno intero. La sua solita materia artistica del tempo. Nel video, Hsieh dispone dei fogli su un pavimento bagnato, formando un quadrato, che infine apparirà in una sfumatura digradante, secondo la cronologia dell’esposizione all’acqua, dalla prima all’ultima carta. La mostra è finita, ma la laguna bagna ancora la facciata del Palazzo.
Una performance, il tempo, l’acqua: scorrendo assieme.
Col tempo: in natura, in arte, nell’artigianato. Il Bisonte Journal inaugura con questo una serie di post, con lo scopo di creare una sorta di macchina del tempo, di cantina per l’invecchiamento, di camera oscura. Parleremo di tutte le superfici che recano i segni della vita che è scorsa accanto a loro. Lo stesso messaggio sfumato, dalle pelli delle borse alle parole sul Journal.