In questa puntata del Journal, facciamo ingresso in un eco-villaggio. Siamo in Ucraina, non dimentichiamo la guerra. Ma ci rivolgiamo alle storie di rispetto della natura, pure di questi tempi disumani. Scopriamo allora che dove la natura è rispettata, così è l’uomo.
Una mappa di luoghi speciali va formandosi tra le nostre pagine. Nella prossima puntata, e in quelle che seguono, uniremo i puntini.
Genere narrativo: l’Ingresso in Città. Genere storicamente nutrito, che va dagli antichi versetti su Cristo a Gerusalemme fino alle riprese delle city marathon. In effetti, vedremo anche noi questo racconto come la sequenza di un film, girata con la camera a mano, per dare un senso di concitazione. Nell’immagine tremolante compare un cartello stradale: «Zeleni Cruchi». «Verdi colline»: e sembra la didascalia del paesaggio, che è nello stile-screensaver-di-Windows, inondato di prati brillanti.
Personaggi: sono senza nome, per rispetto verso la loro tragedia. La lingua che parlano è ucraino. La banda sonora è spezzata regolarmente dalla caduta di bombe vicine, troppo vicine. La sequenza mostra per certo dei profughi della guerra di oggi, immersi in un paesaggio verdeggiante.
IN FUGA DALLE BOMBE SU KIEV.
Dietro al cartello stradale del villaggio ucraino di Zeleni Cruchi si stendono cinque zone. I nostri profughi hanno traversato il confine della più esterna. Ma non si tratta di una no fly zone, né tantomeno di una no man’s land. Di terreni cioè che è proibito sorvolare o dove la parola nessuno getta in uno stato di angoscia. Al contrario, queste zone di Zeleni Cruchi sono di vita rigogliosa in armonia con l’ambiente. Suona strano parlare di guerra e di ecologia nella stessa frase.
O forse no?
ATTRAVERSO LE ZONE DELLA PERMACULTURA.
Il villaggio promesso dal cartello è un eco-villaggio. Qui si pratica la permacultura (con la U, rigorosamente). Si tratta di una vera e propria filosofia agricola. Le zone in cui suddividere le vicinanze del luogo abitato necessitano di cure sempre minori. Si va pertanto dalla casa, centro delle attività, fino al bosco, incolto, dove andare a osservare la natura per trarre un insegnamento da riportare dentro, in casa.
Per fare un esempio, a Zeleni Cruchi hanno piantato le erbe aromatiche per attirare gli insetti che impollineranno altre piante. Nulla è tenuto a distanza, in un eco-villaggio. Anzi, l’accoglienza è davvero possibile, anche in tempo di guerra. Fuori dalla porta c’è il bosco, ma non fa paura come nelle fiabe. La nostra cinepresa ha superato le cinque zone una dopo l’altra. I profughi sono in salvo e il racconto continua.