Kotchakorn Voraakhom è un’architetta thailandese del paesaggio urbano, tra le voci eccellenti della filosofia della Porosità. Questa voce ha il suono dell’acqua che scorre nelle risaie a terrazze e dei cittadini nei grandi parchi della capitale. Dice che la Porosità, a saperla riconoscere, si manifesta dovunque, perché è un elemento primario della sostenibilità, non solo ambientale, non solo a Bangkok.
In ogni città d’Italia l’architettura porosa si è allungata in un portico. Il portico è un passaggio costante, un atrio oltre la soglia di casa, un muro di mille finestre al piano terreno. Esso mette a contatto la gente nei tratti comuni, protegge dentro di sé senza distinzione di ombrelli e cappotti. Il portico, questa strada porosa, è un segno sostenibile di socialità.
Ed è un segno sostenibile del commercio. Lungo un lato del portico, infatti, si infilano le botteghe davanti alle proprie fonti di ispirazione, alle opinioni dei passanti. Esponendo liberamente il processo creativo, il portico fonda un artigianato trasparente e in ascolto.