Quattro borse della nuova collezione primavera-estate ricordano il legame de Il Bisonte coi giardini fiorentini. Cominciamo dal Roseto di Giovanni Michelucci.
C’è una villa a Fiesole che si chiama il Roseto. Cioè si chiama il suo giardino. Una villa «è una rosa, è una rosa, è una rosa» direbbe qualcuno, cioè Gertrude Stein. La poetessa americana visitò Fiesole nel 1903. Non vide la villa, non c’era. Vide le rose?
Alla fine degli anni Cinquanta presero casa al Roseto Giovanni Michelucci e la moglie Eloisa Pacini. L’opera architettonica di Michelucci sembra a un profano descrivere bene quei paesini disabitati o certe vallate: egli fece «più chiese che case».
IL GIARDINO DI MICHELUCCI (ED ELOISA)
Fu uno dei maggiori architetti del Novecento italiano. Dalla casa che scelse non si direbbe. Molto semplice, tradizionale. Scelse forse il giardino. La casa è un avviso che la qualità non si misura solo all’apparenza. Ed è un invito a girarle intorno.
THE SS23 BAGS PAY HOMAGE TO GARDENS (AND ELOISA)
Facciamo il giro, dunque. Cosa si vede? Firenze. Firenze in fondo alla piana, giù dal colle, oltre un numero di altri giardini. È distante, ma dalla villa di Michelucci pare che fino alla città de Il Bisonte si debbano passare solo giardini. Di bello in bello.
Quattro di questi danno il nome a quattro borse della nuova collezione primavera-estate del nostro marchio. Sono un omaggio, tra le altre cose, alla bellezza per come la intesero Giovanni Michelucci ed Eloisa Pacini. (Chi dei due curava il giardino?)