Quanti volontari si contano lungo la storia degli Orti dipinti? Ecco pronte le facili metafore con il numero dei fiori sbocciati, ed essiccati al sole. Giacomo Salizzoni direbbe diversamente, con linguaggio diretto, tangibile. È questione di osservare le persone, come entrano sulla vecchia pista d’atletica trasformata in giardino in centro a Firenze. Soprattutto, è questione di ascoltarle.
Questione d’ascolto.
Ma con Luigi è stato il contrario: mi rivela Giacomo. È stato lui, Luigi Ceccon, ad ascoltarmi quando è entrato negli Orti: continua. Me lo aveva introdotto Consuelo come un “giardiniere volontario”, diciamo, speciale, nella sua veste di AD de Il Bisonte. Sapevo allora che il mio progetto di socialità green era davanti a una svolta possibile.
Quindi, la direzione presa dopo l’incontro? Cosa è successo? Luigi ha chiesto cosa mi servisse: dice Giacomo e ripete l’elenco. Uno, di restaurare le casse delle aiuole. Due, un bagno più comodo. Tre (questa è grossa), una serra per le attività invernali degli Orti. Quattro, un nuovo sistema di irrigazione. In ordine sparso.
Il sostegno de Il Bisonte agli Orti dipinti.
Poteva essere un giorno qualunque della storia degli Orti dipinti. Ma invece della solita logica da mercante, e da battitore, tra me e Luigi si è disposto l’ascolto. Così ho trovato un sostegno reale, e nuova speranza.
È il tipo di incontro che si può anche aspettare invano, però: chiediamo a Giacomo, provocandolo. No, non in questo caso, aveva avuto un suggerimento. Ma quale? Una cosa magica, tipo una sfera di cristallo? Quasi: risponde infine. Comunque agli Orti si fanno di questi incontri.