IL BISONTE MAG #05
CLASSICI
CONTEMPORANEI
L’ARCHIVIO STORICO DE IL BISONTE
L’ARCHIVIO STORICO DE IL BISONTE
3000 DECLINAZIONI DI UNO STILE UNICO
L’archivio storico de Il Bisonte custodisce tremila borse, accessori e oggetti di lifestyle che raccontano cinque decenni di storia del brand e le tantissime declinazioni del suo stile unico. In questo numero del Magazine presentiamo una piccola, ma significativa parte di quel patrimonio ricco e multiforme e lo adagiamo su una timeline non convenzionale che, paradossalmente, potrebbe essere letta anche al contrario. Perché lo scorrere del tempo, per prodotti senza tempo come quelli de Il Bisonte, è un fattore tutto sommato irrilevante.
Anche quella raccontata dall’archivio, d’altronde, è una storia tutt’altro che lineare, fatta di accelerazioni brusche e di eterni ritorni alle origini; di idee che hanno ottenuto subito un grande successo commerciale e di apparenti follie creative che hanno impiegato anni a trasformarsi in prodotti; di borse e accessori per la vita di tutti i giorni e di prototipi bizzarri nati come puri divertissement.
Sulla linea del tempo de Il Bisonte ci sono borse nate perfette che sono ininterrottamente in vendita da decenni come gli zaini Trappola (1973) e Cosimo (1992), la borsa da viaggio Lorenzo (1983) e le iconiche crossbody Sabrina (1972) e Disco Bag (1986). Ci sono le sperimentazioni funzionali che hanno dato origine alle amatissime borse trasformabili Maremmana (1974), Vagabonda (1976) e Wanny (1980). Ci sono icone periodicamente riproposte in declinazioni materiche inaspettate come la Caramella tutta frange di suede (1981), la Doctor Bag fatta con gli arazzi (1983) e la bisaccia plasmata arrotolando su se stesso un telo da mare a nido d’ape. Ci sono la borsa gommone disegnata per una mostra di Ai Weiwei e il cesto da pic-nic creato per un’esposizione sull’Impressionismo. Ci sono elementi distintivi ricorrenti come le chiusure a baccello, i manici intrecciati, i tiralampo annodati, le tasche grandi e le patte stondate. E c’è – solista assoluta o in duetto con tela e paglia a disegnare profili e manici – la pelle conciata al vegetale, che è l’inconfondibile materia prima d’elezione del brand fin dal 1970.
55 ANNI
LA MEMORIA CONTA
Nel 2025 Il Bisonte compie 55 anni e festeggia questo importante traguardo aprendo per la prima volta al pubblico il suo straordinario archivio storico.
Ne abbiamo allestita una selezione nelle magnifiche sale affrescate di Palazzo Corsini, affacciate sul cortile da dove – negli Anni Settanta – partivano i furgoni pieni dei prodotti che, dal centro di Firenze, avrebbero conquistato di lì a poco un posto speciale nel cuore di tanti clienti in tutto il mondo.
Il resto dell’archivio lo conserviamo nel nostro stabilimento produttivo di Pontassieve perché è li che desideriamo che continui a svolgere i compiti per cui è nato: renderci consapevoli dell’importanza del nostro passato, darci ispirazione per il presente e guidarci verso il futuro. E stupirci, ogni volta, del coraggio che ha caratterizzato tante scelte stilistiche controcorrente. E ringraziare, con autentica gratitudine, tutte le artigiane e gli artigiani che con passione e talento hanno trasformato idee che sembravano irrealizzabili in prodotti amatissimi, ancora capaci di meravigliare.
Per Il Bisonte, l’archivio storico non è soltanto un asset strategico, ma un elemento essenziale del suo DNA. Un ponte che lega indissolubilmente il brand di oggi a quello delle origini. Una timeline che dalle collezioni del 1970 arriva, sinuosa e multiforme, a quelle della SS26.
Hideo Shiomoto
Consigliere Delegato de Il Bisonte S.p.A
IL SENSO DI UN ARCHIVIO
CUSTODIRE IL FUOCO
Poche aziende possono contare su un serbatoio di memoria paragonabile all’archivio storico de Il Bisonte. A renderlo speciale non è tanto la sua vastità quanto l’incredibile continuità con cui è stato alimentato fin dai primissimi anni di vita del brand.
A spingere il fondatore a “mettere da parte” le borse che oggi costituiscono il nucleo più prezioso dell’archivio non fu una volontà di autocelebrarsi attraverso le sue creazioni meglio riuscite quanto, piuttosto, l’allora inconsapevole certezza che “la tradizione – per dirlo con le parole di Mahler – è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”.
Se questa straordinaria collezione esiste è perché Wanny Di Filippo e chi è venuto dopo di lui hanno usato davvero l’archivio, l’hanno studiato in cerca di ispirazione e hanno attinto alle sue risorse per definire, anno dopo anno, l’identità più autentica de Il Bisonte. Hanno, insomma, custodito il fuoco e – facendolo – hanno tenuto vive le storie nascoste dietro ogni borsa e la memoria collettiva di intere generazioni di artigiani.
È a questa attitudine che Il Bisonte deve la sua capacità di rileggere continuamente e in modo sempre nuovo il suo passato e di trovarci risorse inesauribili per immaginare e costruire il suo futuro.
55 ANNI
LA MEMORIA CONTA
Nel 2025 Il Bisonte compie 55 anni e festeggia questo importante traguardo aprendo per la prima volta al pubblico il suo straordinario archivio storico.
Ne abbiamo allestita una selezione nelle magnifiche sale affrescate di Palazzo Corsini, affacciate sul cortile da dove – negli Anni Settanta – partivano i furgoni pieni dei prodotti che, dal centro di Firenze, avrebbero conquistato di lì a poco un posto speciale nel cuore di tanti clienti in tutto il mondo.
Il resto dell’archivio lo conserviamo nel nostro stabilimento produttivo di Pontassieve perché è li che desideriamo che continui a svolgere i compiti per cui è nato: renderci consapevoli dell’importanza del nostro passato, darci ispirazione per il presente e guidarci verso il futuro. E stupirci, ogni volta, del coraggio che ha caratterizzato tante scelte stilistiche controcorrente. E ringraziare, con autentica gratitudine, tutte le artigiane e gli artigiani che con passione e talento hanno trasformato idee che sembravano irrealizzabili in prodotti amatissimi, ancora capaci di meravigliare.
Per Il Bisonte, l’archivio storico non è soltanto un asset strategico, ma un elemento essenziale del suo DNA. Un ponte che lega indissolubilmente il brand di oggi a quello delle origini. Una timeline che dalle collezioni del 1970 arriva, sinuosa e multiforme, a quelle della SS26.
Hideo Shiomoto
Consigliere Delegato de Il Bisonte S.p.A
3000 DECLINAZIONI DI UNO STILE UNICO
L’archivio storico de Il Bisonte custodisce tremila borse, accessori e oggetti di lifestyle che raccontano cinque decenni di storia del brand e le tantissime declinazioni del suo stile unico. In questo numero del Magazine presentiamo una piccola, ma significativa parte di quel patrimonio ricco e multiforme e lo adagiamo su una timeline non convenzionale che, paradossalmente, potrebbe essere letta anche al contrario. Perché lo scorrere del tempo, per prodotti senza tempo come quelli de Il Bisonte, è un fattore tutto sommato irrilevante.
Anche quella raccontata dall’archivio, d’altronde, è una storia tutt’altro che lineare, fatta di accelerazioni brusche e di eterni ritorni alle origini; di idee che hanno ottenuto subito un grande successo commerciale e di apparenti follie creative che hanno impiegato anni a trasformarsi in prodotti; di borse e accessori per la vita di tutti i giorni e di prototipi bizzarri nati come puri divertissement.
Sulla linea del tempo de Il Bisonte ci sono borse nate perfette che sono ininterrottamente in vendita da decenni come gli zaini Trappola (1973) e Cosimo (1992), la borsa da viaggio Lorenzo (1983) e le iconiche crossbody Sabrina (1972) e Disco Bag (1986). Ci sono le sperimentazioni funzionali che hanno dato origine alle amatissime borse trasformabili Maremmana (1974), Vagabonda (1976) e Wanny (1980). Ci sono icone periodicamente riproposte in declinazioni materiche inaspettate come la Caramella tutta frange di suede (1981), la Doctor Bag fatta con gli arazzi (1983) e la bisaccia plasmata arrotolando su se stesso un telo da mare a nido d’ape. Ci sono la borsa gommone disegnata per una mostra di Ai Weiwei e il cesto da pic-nic creato per un’esposizione sull’Impressionismo. Ci sono elementi distintivi ricorrenti come le chiusure a baccello, i manici intrecciati, i tiralampo annodati, le tasche grandi e le patte stondate. E c’è – solista assoluta o in duetto con tela e paglia a disegnare profili e manici – la pelle conciata al vegetale, che è l’inconfondibile materia prima d’elezione del brand fin dal 1970.
IL SENSO DI UN ARCHIVIO
CUSTODIRE IL FUOCO
Poche aziende possono contare su un serbatoio di memoria paragonabile all’archivio storico de Il Bisonte. A renderlo speciale non è tanto la sua vastità quanto l’incredibile continuità con cui è stato alimentato fin dai primissimi anni di vita del brand.
A spingere il fondatore a “mettere da parte” le borse che oggi costituiscono il nucleo più prezioso dell’archivio non fu una volontà di autocelebrarsi attraverso le sue creazioni meglio riuscite quanto, piuttosto, l’allora inconsapevole certezza che “la tradizione – per dirlo con le parole di Mahler – è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”.
Se questa straordinaria collezione esiste è perché Wanny Di Filippo e chi è venuto dopo di lui hanno usato davvero l’archivio, l’hanno studiato in cerca di ispirazione e hanno attinto alle sue risorse per definire, anno dopo anno, l’identità più autentica de Il Bisonte. Hanno, insomma, custodito il fuoco e – facendolo – hanno tenuto vive le storie nascoste dietro ogni borsa e la memoria collettiva di intere generazioni di artigiani.
È a questa attitudine che Il Bisonte deve la sua capacità di rileggere continuamente e in modo sempre nuovo il suo passato e di trovarci risorse inesauribili per immaginare e costruire il suo futuro.
55 YEARS OF CREATIVE EXPERIMENTATION

IN ARCHIVIO E IN NEGOZIO, DA SEMPRE
55 ANNI DI SPERIMENTAZIONi CREATIVE



IN ARCHIVIO E IN NEGOZIO, DA SEMPRE
ARCHIVE 1970
UNA CAPSULE MANIFESTO
Pelle conciata al vegetale e rafia, volumetrie non convenzionali e righe: la capsule Archive 1970 rende omaggio alle materie prime più iconiche de Il Bisonte e a un design di cinquantacinque anni fa ancora capace di sorprendere.
Disegnate traducendo fedelmente le linee di una borsa ideata Wanny Di Filippo lo stesso anno della fondazione del brand, la nuova tote bag e la nuova tracolla sono un autentico tributo alla bellezza senza tempo delle collezioni de Il Bisonte, un omaggio all’inesauribile creatività custodita nel suo archivio storico e una celebrazione del talento dei maestri artigiani della sua filiera a KM30. Ma sono anche e soprattutto la prova che è davvero possibile amare una borsa per una vita intera.

ARCHIVE 1970
UNA CAPSULE MANIFESTO
Pelle conciata al vegetale e rafia, volumetrie non convenzionali e righe: la capsule Archive 1970 rende omaggio alle materie prime più iconiche de Il Bisonte e a un design di cinquantacinque anni fa ancora capace di sorprendere.
Disegnate traducendo fedelmente le linee di una borsa ideata Wanny Di Filippo lo stesso anno della fondazione del brand, la nuova tote bag e la nuova tracolla sono un autentico tributo alla bellezza senza tempo delle collezioni de Il Bisonte, un omaggio all’inesauribile creatività custodita nel suo archivio storico e una celebrazione del talento dei maestri artigiani della sua filiera a KM30. Ma sono anche e soprattutto la prova che è davvero possibile amare una borsa per una vita intera.