Una magia
Lunga una vita intera
La pelle de IL BISONTE
Può contenere tracce di bosco
Il titolo di questo articolo è quello di una mostra (“May Contain Traces of Forest”) che si è da poco conclusa al Circolo del Design di Torino. Il suo obiettivo era ricucire attraverso l’arte contemporanea il divario culturale che esiste tra la contemplazione dell’ambiente forestale, visto quasi come onirico, e gli oggetti – concreti, quotidiani, familiari – che ne derivano.
I prodotti de Il Bisonte fanno lo stesso esercizio da sempre: portano con sé – e nella vita quotidiana di chi li indossa – il bosco, la sua forza di trasformazione, la sua resilienza e i suoi profumi.
Lo fanno attraverso una polvere così sottile da essere quasi impalpabile, dal colore intenso e persistente. Quella polvere, usata già nell’antichità, dal 1796 si chiama tannino ed è una sostanza completamente naturale dalle proprietà antiossidanti, presente in tutto il mondo vegetale (nel legno, nei rizomi, nelle radici e nei frutti) che da secoli ci accompagna silenziosamente, nei frutti che mangiamo, nei vini che beviamo e negli indumenti che indossiamo.
Il tannino estratto dalla corteccia degli alberi di castagno europeo è il più antico segreto della concia al vegetale, una vera e propria arte ben documentata in tutta la Toscana già in epoca preistorica. Incurante del passare dei secoli, quella ricetta perfetta, un tempo era riservata alle calzature dei pastori, alle bisacce da caccia e a manufatti che richiedevano una straordinaria resistenza all’usura, è ancora oggi insuperata. La regolano, di fatto, le spesse prescrizioni ferree stabilite nel Medioevo nello Statuto dell’Arte Minore dei Cuoiai della Repubblica Fiorentina. Nulla è cambiato perché gli incantesimi che generano prodigi non si cambiano e quella che il tannino fa alla pelle è una magia bell’e buona.
È il tannino a dare alla pelle i suoi colori caldi e le sue trasparenze sorprendenti, il suo inconfondibile profumo di bosco, la sua morbidezza insuperabile e la sua resistenza inaspettata.
Ed è ancora il tannino a trasformare la relazione tra una borsa o un accessorio de Il Bisonte in una vera e propria magia. I prodotti di pelle conciata al vegetale hanno infatti una caratteristica straordinaria: assorbono il vissuto di chi le usa diventando di fatto ognuna un pezzo unico. Tutto grazie all’alchimia irripetibile generata dalla combinazione sempre diversa tra la pelle, la luce del sole a cui viene esposta e il vissuto quotidiano di ciascun individuo. È in base a questi parametri imprevedibili che la pelle conciata con il tannino cambia e matura con il trascorrere del tempo, coprendosi di una magnifica patina dorata la cui intensità diventa un testimone eloquente delle storie che ogni vita ha da raccontare. Scegliere di indossare una borsa in pelle conciata al vegetale significa, insomma, regalarsi una magia unica che dura una vita intera.
Una premessa
Quella di bisonte non c’entra niente
“Vi chiamate così perché utilizzate pelli di bisonte?”. Capita ancora che qualcuno ce lo chieda. No, per produrre le nostre borse e i nostri accessori usiamo solo pelli di bovini adulti allevati a scopo alimentare che – se non venissero reimpiegate in pelletteria – dovrebbero essere smaltite con un significativo impatto ambientale.
È vero, però, che il nostro nome lo dobbiamo al bisonte, un animale che il fondatore del nostro brand, Wanny Di Filippo, considerava un simbolo eterno di forza, pace e resilienza e l’incarnazione del sogno di un ecosistema perfetto in cui animali, territorio ed esseri umani convivono in armonia.
A più di cinquant’anni da quando quel nome è stato scelto, quell’intuizione è diventata parte del nostro impegno quotidiano per creare un futuro migliore per il pianeta. Come è tristemente noto, nonostante nel 2016 siano stati nominati America’s first National Mammal, i bisonti americani che vivono allo stato brado sono una residua minoranza e vivono quasi esclusivamente in piccoli gruppi isolati e a rischio di estinzione. Dal 2023 Il Bisonte sostiene una campagna per ripopolare di bisonti ampi territori delle Montagne Rocciose, dove possono vivere in libertà, protetti dalle leggi e dall’impegno delle popolazioni locali. Il progetto è un’iniziativa che condividiamo con la Wildlife Conservation Society, le cui attività si svolgono in continuità con i principi che già nel 1905 animarono la prima campagna statunitense di tutela dei bisonti, partita dall’impegno personale dell’allora direttore dello Zoo del Bronx e di Theodore Roosevelt.
Una promessa
Creare valore, insieme
Scegliere un pellame è un atto di assunzione di responsabilità verso chi ama le nostre borse e i nostri accessori. Da più di cinque decenni condividiamo questo onere e questo onore con i migliori artigiani della pelle del mondo, che lavorano a pochi km dal nostro headquarter di Firenze, al centro del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, il più antico e prestigioso d’Europa.
Conosciamo e chiamiamo per nome tutte le persone che lavorano le nostre pelli, sappiamo con che acqua vengono conciate, con che polveri vegetali e con che grassi animali vengono ingrassate, con che aria vengono asciugate, con che pigmenti vengono colorate. Alcuni dei nostri fornitori, come Marco (95 anni portati splendidamente) lavorano con noi dalla fine degli Anni Sessanta, quando il nostro brand non era ancora un brand, ma un piccolo laboratorio artigianale in un seminterrato del centro di Firenze.
Ci legano alle donne e agli uomini che conciano le nostre pelli solidi rapporti di fiducia, l’amore comune per la qualità, la passione per il ben fatto e un’idea precisa e condivisa di sostenibilità ambientale e dei consumi.
Ed è grazie a questa familiarità che siamo in grado di assicurare a chiunque acquisti una borsa o un accessorio con il marchio del Il Bisonte di aver fatto un vero investimento sul valore.
Una premessa
Quella di bisonte non c’entra niente
“Vi chiamate così perché utilizzate pelli di bisonte?”. Capita ancora che qualcuno ce lo chieda. No, per produrre le nostre borse e i nostri accessori usiamo solo pelli di bovini adulti allevati a scopo alimentare che – se non venissero reimpiegate in pelletteria – dovrebbero essere smaltite con un significativo impatto ambientale.
È vero, però, che il nostro nome lo dobbiamo al bisonte, un animale che il fondatore del nostro brand, Wanny Di Filippo, considerava un simbolo eterno di forza, pace e resilienza e l’incarnazione del sogno di un ecosistema perfetto in cui animali, territorio ed esseri umani convivono in armonia.
A più di cinquant’anni da quando quel nome è stato scelto, quell’intuizione è diventata parte del nostro impegno quotidiano per creare un futuro migliore per il pianeta. Come è tristemente noto, nonostante nel 2016 siano stati nominati America’s first National Mammal, i bisonti americani che vivono allo stato brado sono una residua minoranza e vivono quasi esclusivamente in piccoli gruppi isolati e a rischio di estinzione. Dal 2023 Il Bisonte sostiene una campagna per ripopolare di bisonti ampi territori delle Montagne Rocciose, dove possono vivere in libertà, protetti dalle leggi e dall’impegno delle popolazioni locali. Il progetto è un’iniziativa che condividiamo con la Wildlife Conservation Society, le cui attività si svolgono in continuità con i principi che già nel 1905 animarono la prima campagna statunitense di tutela dei bisonti, partita dall’impegno personale dell’allora direttore dello Zoo del Bronx e di Theodore Roosevelt.
Può contenere tracce di bosco
Il titolo di questo articolo è quello di una mostra (“May Contain Traces of Forest”) che si è da poco conclusa al Circolo del Design di Torino. Il suo obiettivo era ricucire attraverso l’arte contemporanea il divario culturale che esiste tra la contemplazione dell’ambiente forestale, visto quasi come onirico, e gli oggetti – concreti, quotidiani, familiari – che ne derivano.
I prodotti de Il Bisonte fanno lo stesso esercizio da sempre: portano con sé – e nella vita quotidiana di chi li indossa – il bosco, la sua forza di trasformazione, la sua resilienza e i suoi profumi.
Lo fanno attraverso una polvere così sottile da essere quasi impalpabile, dal colore intenso e persistente. Quella polvere, usata già nell’antichità, dal 1796 si chiama tannino ed è una sostanza completamente naturale dalle proprietà antiossidanti, presente in tutto il mondo vegetale (nel legno, nei rizomi, nelle radici e nei frutti) che da secoli ci accompagna silenziosamente, nei frutti che mangiamo, nei vini che beviamo e negli indumenti che indossiamo.
Il tannino estratto dalla corteccia degli alberi di castagno europeo è il più antico segreto della concia al vegetale, una vera e propria arte ben documentata in tutta la Toscana già in epoca preistorica. Incurante del passare dei secoli, quella ricetta perfetta, un tempo era riservata alle calzature dei pastori, alle bisacce da caccia e a manufatti che richiedevano una straordinaria resistenza all’usura, è ancora oggi insuperata. La regolano, di fatto, le spesse prescrizioni ferree stabilite nel Medioevo nello Statuto dell’Arte Minore dei Cuoiai della Repubblica Fiorentina. Nulla è cambiato perché gli incantesimi che generano prodigi non si cambiano e quella che il tannino fa alla pelle è una magia bell’e buona.
È il tannino a dare alla pelle i suoi colori caldi e le sue trasparenze sorprendenti, il suo inconfondibile profumo di bosco, la sua morbidezza insuperabile e la sua resistenza inaspettata.
Ed è ancora il tannino a trasformare la relazione tra una borsa o un accessorio de Il Bisonte in una vera e propria magia. I prodotti di pelle conciata al vegetale hanno infatti una caratteristica straordinaria: assorbono il vissuto di chi le usa diventando di fatto ognuna un pezzo unico. Tutto grazie all’alchimia irripetibile generata dalla combinazione sempre diversa tra la pelle, la luce del sole a cui viene esposta e il vissuto quotidiano di ciascun individuo. È in base a questi parametri imprevedibili che la pelle conciata con il tannino cambia e matura con il trascorrere del tempo, coprendosi di una magnifica patina dorata la cui intensità diventa un testimone eloquente delle storie che ogni vita ha da raccontare. Scegliere di indossare una borsa in pelle conciata al vegetale significa, insomma, regalarsi una magia unica che dura una vita intera.
Una promessa
Creare valore, insieme
Scegliere un pellame è un atto di assunzione di responsabilità verso chi ama le nostre borse e i nostri accessori. Da più di cinque decenni condividiamo questo onere e questo onore con i migliori artigiani della pelle del mondo, che lavorano a pochi km dal nostro headquarter di Firenze, al centro del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, il più antico e prestigioso d’Europa.
Conosciamo e chiamiamo per nome tutte le persone che lavorano le nostre pelli, sappiamo con che acqua vengono conciate, con che polveri vegetali e con che grassi animali vengono ingrassate, con che aria vengono asciugate, con che pigmenti vengono colorate. Alcuni dei nostri fornitori, come Marco (95 anni portati splendidamente) lavorano con noi dalla fine degli Anni Sessanta, quando il nostro brand non era ancora un brand, ma un piccolo laboratorio artigianale in un seminterrato del centro di Firenze.
Ci legano alle donne e agli uomini che conciano le nostre pelli solidi rapporti di fiducia, l’amore comune per la qualità, la passione per il ben fatto e un’idea precisa e condivisa di sostenibilità ambientale e dei consumi.
Ed è grazie a questa familiarità che siamo in grado di assicurare a chiunque acquisti una borsa o un accessorio con il marchio del Il Bisonte di aver fatto un vero investimento sul valore.
21 giorni
Da quando le pelli grezze, conservate sotto sale, cominciano a essere lavorate a quando sono pronte per essere utilizzate per produrre borse e accessori passano non meno di tre settimane. L’intero processo produttivo si compie all’interno della conceria: una volta selezionate, le pelli vengono lavate e reidratate e poi passate nei bottali, dei grandi contenitori cilindrici in legno stagionato, simili a gigantesche lavatrici.
C’è un bottale dedicato a ciascun passaggio perché – come succede per le botti del vino e per la moka del caffè – il contenitore e il contenuto lavorano meglio insieme se sono abituati l’uno all’altro. Quello per l’ingrassatura, ad esempio, con il suo legno già impregnato di sego (grasso 100% naturale) è lo stesso da sempre.
Uscite dai bottali, per perdere l’umidità in eccesso, le pelli vengono appese su delle speciali grucce sospese in aria agganciate a dei binari mobili e rimangono lì, a dondolare dolcemente, finché non sono completamente asciutte.
21 giorni
Da quando le pelli grezze, conservate sotto sale, cominciano a essere lavorate a quando sono pronte per essere utilizzate per produrre borse e accessori passano non meno di tre settimane. L’intero processo produttivo si compie all’interno della conceria: una volta selezionate, le pelli vengono lavate e reidratate e poi passate nei bottali, dei grandi contenitori cilindrici in legno stagionato, simili a gigantesche lavatrici.
C’è un bottale dedicato a ciascun passaggio perché – come succede per le botti del vino e per la moka del caffè – il contenitore e il contenuto lavorano meglio insieme se sono abituati l’uno all’altro. Quello per l’ingrassatura, ad esempio, con il suo legno già impregnato di sego (grasso 100% naturale) è lo stesso da sempre.
Uscite dai bottali, per perdere l’umidità in eccesso, le pelli vengono appese su delle speciali grucce sospese in aria agganciate a dei binari mobili e rimangono lì, a dondolare dolcemente, finché non sono completamente asciutte.
Naturale, volonata o vintage
Quando esce dai bottali, la pelle pieno fiore conciata al vegetale si trova davanti al bivio della rifinizione: è in questa fase delicata e complessa che si sceglie se mantenere ed esaltare la rugosità e le piccole irregolarità della sua grana naturale oppure minimizzarle a vantaggio di una texture più omogenea.
Entrambe le strade conducono a un prodotto 100% naturale. Cambiano invece – anche molto – il suo aspetto, il suo colore e la sua consistenza al tatto.
Le pelli de Il Bisonte più morbide, ad esempio, sono così perché dopo l’essiccatura fanno un ulteriore passaggio a secco (chiamato volonatura) e restano nei bottali fino a quando – con l’aiuto del calore – la sollecitazione meccanica a cui sono sottoposte “spezza” le loro fibre interne, assicurando una morbidezza ineguagliabile.
Un passaggio in più tocca anche alla nostra iconica pelle vintage, che viene sottoposta a una lavorazione speciale che, mentre la ammorbidisce, le conferisce da subito anche un aspetto vissuto.
Gianduia, Amarena e Vaniglia
Oltre al color naturale – il più amato da chi desidera davvero che la pelle conciata al vegetale maturi cambiando ogni giorno in intensità e cromia – la pelle conciata al vegetale può essere tinta in un’infinità di colori senza perdere nulla della sua naturalezza.
Il nero, il blu, il rosso e il caramello sono i grandi classici, insieme agli intramontabili metallizzati argento e bronzo, prodotti applicando sulla pelle una pellicola a base vegetale che, col passare del tempo, non si sfoglia, come invece accade alla pelle trattata chimicamente.
E poi ci sono i colori che cambiano con le stagioni, che arrivano in conceria stampati su un quadratino di carta con il codice Pantone e, dopo un’infinità di tentativi, colorano le pelli della nuance perfetta o di una ancora più bella e inaspettata. Dopo un’estate all’insegna delle note vibranti del Pompelmo, del Pistacchio e del Caffè Latte, la Collezione AI24 evoca l’intensità naturale del cioccolato, la profondità mutevole dei frutti rossi e la sensualità delicata dei fiori con il Gianduia, l’Amarena e il Vaniglia.
Il design segue la pelle
“Form follows function”, la forma segue la funzione: con queste parole, scritte nel 1896 e subito diventate motto, l’architetto (e mentore di Frank Lloyd Wright) Louis Sullivan raccomandava ai suoi colleghi di non dimenticare mai che la forma di un edificio dipende dall’uso che di questo edificio si farà.
“Design follows leather” (il design segue la pelle) è invece da sempre il motto de Il Bisonte fin dai tempi in cui il fondatore Wanny Di Filippo tagliava, intrecciava e montava borse e accessori senza neppur aver bisogno di disegnarli. Prendeva in mano la pelle ed era la pelle stessa a ispirarlo.
Da più di cinquant’anni la storia dei prodotti del nostro brand comincia sempre da quella delle pelli di cui sono fatti: è la loro consistenza e la loro specificità a plasmarne i volumi e a definirne l’estetica. Scegliere di lasciare le costole di un portafogli al naturale o gli interni di una borsa sfoderati, ad esempio, è possibile solo se la qualità della pelle consente di godersi il lusso di non dover nascondere nulla. Usare un solo nodo per regolare la lunghezza di una tracolla significa giocare con la resistenza e l’elasticità del materiale. Creare un panneggio intorno a una chiusura a coulisse significa sapere che la pelle che si ha a disposizione ha la consistenza perfetta per definire, senza forzature, splendide volute.
Il design segue la pelle
“Form follows function”, la forma segue la funzione: con queste parole, scritte nel 1896 e subito diventate motto, l’architetto (e mentore di Frank Lloyd Wright) Louis Sullivan raccomandava ai suoi colleghi di non dimenticare mai che la forma di un edificio dipende dall’uso che di questo edificio si farà.
“Design follows leather” (il design segue la pelle) è invece da sempre il motto de Il Bisonte fin dai tempi in cui il fondatore Wanny Di Filippo tagliava, intrecciava e montava borse e accessori senza neppur aver bisogno di disegnarli. Prendeva in mano la pelle ed era la pelle stessa a ispirarlo.
Da più di cinquant’anni la storia dei prodotti del nostro brand comincia sempre da quella delle pelli di cui sono fatti: è la loro consistenza e la loro specificità a plasmarne i volumi e a definirne l’estetica. Scegliere di lasciare le costole di un portafogli al naturale o gli interni di una borsa sfoderati, ad esempio, è possibile solo se la qualità della pelle consente di godersi il lusso di non dover nascondere nulla. Usare un solo nodo per regolare la lunghezza di una tracolla significa giocare con la resistenza e l’elasticità del materiale. Creare un panneggio intorno a una chiusura a coulisse significa sapere che la pelle che si ha a disposizione ha la consistenza perfetta per definire, senza forzature, splendide volute.
Prendersi cura
Prendersi cura di ciò che si possiede è ancora il modo più semplice e più efficace per comportarsi responsabilmente in termini di sostenibilità dei consumi.
La pelle conciata al vegetale non teme la prova del tempo né quella dell’uso: più invecchia, più diventa bella e unica. Ma come ogni materia organica, ogni tanto le giova un po’ di accudimento. Per mantenere a lungo la sua morbidezza, basta usare una piccola quantità di cera naturale o di crema a base di calendula. Se si bagna è sufficiente strofinarla con un panno e lasciarla asciugare lontano dalla luce solare. Se invece c’è bisogno di una remise en forme, è possibile richiederlo in tutti i negozi de Il Bisonte.
Lettura (metaforicamente) consigliata: la raccolta di racconti di Antonio Pascale “La manutenzione degli affetti”, una guida sentimentale a cui attingere nel quotidiano.
Kintsugi a porter
I ben informati raccontano che un notissimo stilista americano, cliente della prima ora de Il Bisonte, abbia acquistato nel 1970 una cartella da lavoro a cui tiene molto. Gli stessi ben informati assicurano che, trentacinque anni dopo, quella cartella ha di nuovo attraversato l’Oceano Atlantico per tornare in Toscana, affidata alle mani sapienti degli artigiani de Il Bisonte specializzati nel restauro. “Sistemarla le costerà quasi quanto comprarne una nuova”, l’hanno avvisato. “Va bene anche se mi costa di più. Quella non è una borsa, è la mia borsa di ogni giorno da sette quinquenni”, ha risposto.
Il bello delle borse in pelle conciata al vegetale è proprio questo: tengono conto del tempo che passiamo insieme a loro, custodiscono i segni delle esperienze condivise. E sono proprio quei segni a renderle uniche e immensamente care, come le porcellane rotte che – riparate con venature d’oro – diventano ancora più belle e preziose.
Kintsugi a porter
I ben informati raccontano che un notissimo stilista americano, cliente della prima ora de Il Bisonte, abbia acquistato nel 1970 una cartella da lavoro a cui tiene molto. Gli stessi ben informati assicurano che, trentacinque anni dopo, quella cartella ha di nuovo attraversato l’Oceano Atlantico per tornare in Toscana, affidata alle mani sapienti degli artigiani de Il Bisonte specializzati nel restauro. “Sistemarla le costerà quasi quanto comprarne una nuova”, l’hanno avvisato. “Va bene anche se mi costa di più. Quella non è una borsa, è la mia borsa di ogni giorno da sette quinquenni”, ha risposto.
Il bello delle borse in pelle conciata al vegetale è proprio questo: tengono conto del tempo che passiamo insieme a loro, custodiscono i segni delle esperienze condivise. E sono proprio quei segni a renderle uniche e immensamente care, come le porcellane rotte che – riparate con venature d’oro – diventano ancora più belle e preziose.
Aging is beautiful
Appena prodotta, la più iconica tra le pelli de Il Bisonte ha il colore della sabbia, del latte, dello champagne, delle nocciole fresche e del legno tenero. Essendo organica e pertanto naturalmente votata al cambiamento, con il passare del tempo e con l’esposizione alla luce, il suo beige tenue si tinge delle note calde dell’oro e della dolcezza del miele per poi virare verso il caramello e poi, ancora, oltre il colore della castagna fino a quello dell’ebano. Ciascuno di questi stupefacenti viaggi cromatici, che durano 20 o 50 anni, è un itinerario non ripetibile, che dipende solo ed esclusivamente da come, quando e quanto la pelle viene indossata.