«Come è bello vagare per il bosco sacro, quando si rinnovano a primavera gli alti pioppi, quando le fronde dei pini, amate dai poeti antichi, rinverdiscono in un sibilo di vento.» Ma quale vento, magari dalle regioni del mito, dall’Arcadia o dall’Eden? Molto più presso a Firenze, anzi dentro di essa: il vento che soffiava dietro Santa Maria Novella, nel giardino della famiglia Rucellai.
Proprio come i primi frequentatori, possiamo credere di intravvedere nel giardino celebri filosofi e uomini di Stato, e quei «poeti antichi», che altri non erano se non un circolo di Fiorentini del pieno Rinascimento. Tra di essi c’era un giovane, Pietro Del Riccio, addentro a tal punto nella cultura classica da tradurre il suo nome in Crinitus. Sono suoi i versi iniziali.
Scegliersi per ritrovo un giardino in città è come moltiplicare la bellezza possibile nell’ambiente. Firenze e i Giardini talvolta sembrano voci non distinguibili, unite l’una nell’altra, come le parole Orti e Oricellari. L’una che cura l’altra.